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Sarah Palin - La pentecostale delle Assembly of God (Assemblee di Dio) candidata alla vice presidenza da McCain

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2013 21:34
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4 NOVEMBRE 2008 - FINE DEL SUO SOGNO ORGOGLIOSO ED INIQUO !

Crudelia anzi Sarah

di Enrico Pedemonte da Wasilla (Alaska)
Fondamentalista. Incorruttibile. Vendicativa. I vicini di casa della Palin raccontano chi è la candidata repubblicana alla vicepresidenza
Sarah Palin
L'invito arriva alla fine della cerimonia: "Pregate per Sarah Palin candidata vicepresidente", dice il pastore Ed Kalnins nella tarda mattinata di domenica 7 settembre, dopo un'ora di 'Christian Rock' e un sermone di 90 minuti. Kalnins è un uomo corpulento di 48 anni che sul palco saltella come un bambino, cammina carponi sotto il leggìo per mimare gli imprevedibili percorsi della fede e alla fine dello show saluta i quattro giornalisti presenti - del 'New York Times', della Cnn, di 'Le Monde' e de 'L'espresso' - dicendo gravemente: "Questa non è l'ora per le interviste".

I giornalisti sono venuti nell'auditorium di questa chiesetta evangelica, la Assembly of God di Wasilla, per capire qualcosa di più di Sarah Palin, il misterioso personaggio che fino a pochi anni fa era sindaco di questo paesino dell'Alaska, 60 chilometri a Nord di Anchorage, e ora è il candidato vicepresidente che sta facendo volare John McCain nei sondaggi.
 
La Palin ha frequentato per trent'anni la Assembly of God, prima di trasferirsi nella capitale Juneau, all'inizio del 2007, quando divenne governatore. Tutti conoscono Sarah, l'hanno vista arrivare dallo Utah quando aveva quattro mesi, hanno assistito alla sua conversione a 12 anni, da cattolica a 'cristiana rinata', l'hanno vista giocare nelle salette per i bambini e poi diventare 'Miss Congeniality' dell'Alaska. Ricordano le sue radiocronache sportive da giovane cronista e le sue prime polemiche da consigliere comunale. Soprattutto, la ricordano come sindaco con il pugno di ferro.

A giugno il governatore Palin venne qui per salutare un gruppo di laureandi e li invitò "a pregare per i nostri soldati che sono stati mandati in Iraq a svolgere un compito che ci è stato assegnato da Dio". Anche il pastore Kalnins si è spesso lasciato andare a dichiarazioni forti. Nel 2004 disse di non credere che gli elettori di John Kerry sarebbero andati in paradiso: "Criticare Bush è come criticare il vostro pastore: vi può portare solo all'inferno".
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Wasilla è un paese fantasma, due incroci con cinque fast food e i soliti supermercati: un Fred Meyer, un Home Depot e un enorme Wal Mart. Le case non si vedono, nascoste in mezzo ai boschi di conifere. Ci perdiamo nelle stradine sterrate in mezzo alla foresta e raggiungiamo la casa di Kayleene Johnson, una bella signora che qualche mese fa ha pubblicato una biografia della Palin ('Sarah'), 155 pagine di commossa apologia che ora la Johnson sintetizza in una frase: "È una donna cocciuta, forte, determinata, gradevole. Ama la caccia, la pesca, le pistole, il mito della frontiera... Quando ti incontra s'interessa sinceramente a te, ti chiede i nomi dei tuoi figli e la volta dopo se li ricorda. La gente la adora". 

John McCain e Sarah Palin
È stata la Johnson a inventare la metafora di Sarah come 'pit-bull con il rossetto' applaudita alla Convention repubblicana. La scrittrice sottolinea un dettaglio importante: la Palin fu eletta consigliere comunale nel 1988, l'epoca in cui la destra cristiana aveva deciso di reclutare una nuova generazione di militanti tra le giovani leve delle sette evangeliche per sconfiggere la corruzione e il laicismo crescenti nel partito repubblicano: "Sarah era una leader naturale. Capì che a Wasilla la politica era un club per pochi intimi: decise di cambiare le cose, nel '96 si candidò a sindaco e vinse".

Telefoniamo all'ex sindaco, Joe Stein, un repubblicano che aveva governato Wasilla per nove anni e che, sconfitto dalla Palin, emigrò a Stikka, 1.500 chilometri più a Sud. Stein è ancora costernato dal confronto con la Palin: "Io ero un tranquillo burocrate che amministrava un paesino da cinquemila abitanti. Ed ecco arrivare questa ragazza che puntava tutto sulla lotta contro l'aborto e la libertà di portare armi, spalleggiata dalle organizzazioni nazionali pro-life. I funzionari del Comune che mi appoggiarono dopo le elezioni furono tutti licenziati".

Sarah Palin cacciò il capo della polizia, il direttore del museo, cercò di estromettere anche la bibliotecaria
la chiamò e le chiese se era possibile eliminare i libri sconvenienti, seguendo alla lettera i dettami del movimento evangelico. La bibliotecaria rifiutò di obbedire, decine di cittadini si indignarono, il giornale locale, 'The Frontiersman', si scagliò contro la Palin che fece rapidamente marcia indietro affermando che la sua era solo una "richiesta retorica". Qualche mese dopo però anche la bibliotecaria firmò le dimissioni.

Con questo carattere non c'è da stupirsi se Sarah si è fatta qualche nemico. Tra questi c'è Anne Kilkenny, una signora di 59 anni con lunghi capelli bianchi che abita vicino alla chiesa. Anne sta vivendo il suo momento di celebrità da quando, dieci giorni fa, ha scritto una minuziosa e mail a 150 amici raccontando i lati oscuri della Palin. Ora quella e-mail sta rimbalzando in tutto il mondo e persino il 'New York Times' l'ha più volte citata. Davanti a un fetta di torta al cioccolato, la Kilkenny ci assicura che tutte le persone licenziate dalla Palin sono andate via dalla città e nessuna di loro si fa intervistare per paura di ritorsioni.

La signora Kilkenny ci mostra l'altra faccia della medaglia di Sarah Palin: una donna che ama il potere e i segreti, che è favorevole all'insegnamento del creazionismo nelle scuole, ma non fa nulla per imporre le sue opinioni se non ci sono le condizioni per farlo perche non ama perdere; una leader che raramente fa dichiarazioni di principio, salvo prendere decisioni radicali se i rapporti di potere lo consentono: "È ambiziosa e sa rischiare".

La svolta nella vita di Sarah Palin avviene nel 2003, quando il governatore dell'Alaska la nomina nella Commissione statale per il gas e il petrolio, un importante centro di potere formato da tre persone, tra cui spicca Randy Ruedrich, capo dei repubblicani in Alaska. "Invece di stare al gioco e coltivare nuove amicizie, la Palin cominciò ad annotare e a rendere pubblico tutto quello che vedeva: intrighi, clientele, manovre di potere", ci racconta Ivan Moore, sondaggista di Anchorage. Dopo mesi di battaglie, Sarah chiese le dimissioni di Ruedrich e di fronte al suo rifiuto fu lei a dimettersi. "In questo modo la Palin rinunciò a uno stipendio da 130 mila dollari all'anno", sottolinea Moore. "Fu una mossa magistrale che la trasformò nelsimbolo dell'etica e della trasparenza".

Due anni dopo, nel 2006, nell'incredulità generale Sarah Palin decise di candidarsi a governatore e venne eletta a furor di popolo. Anche in quell'occasione mostrò un fiuto politico straordinario: "La sua campagna non fu centrata sull'aborto, né sui classici temi etici della destra religiosa", ricorda Moore. Quelli erano argomenti cruciali in un paesino bigotto come Wasilla, ma la grande Alaska è un altro mondo: qui vanno in chiesa solo 20 persone su cento, il record negativo negli Usa. Qui l'interesse dei cittadini ruota intorno al petrolio, da cui proviene l'85 per cento degli introiti statali. Grazie ai pozzi i cittadini dell'Alaska sono gli unici in America a non pagare tasse allo Stato. Ma petrolio vuol dire sottogoverno, clientele, mazzette. La Palin vince promettendo di battere la corruzione dei politici e lo strapotere dei petrolieri, e una volta insediata parte lancia in resta, un Don Chisciotte cristiano e conservatore contro il partito del malaffare.

Quando esplode lo scandalo del 'Corrupt Bastard Club', un gruppo di repubblicani che lucra sui profitti del petrolio, lei esulta. Jerry Beath, docente all'università dell'Alaska ed esperto di energia, dice che una volta insediata la Palin comincia a trattare i politici locali come "una maestra arrabbiata con gli scolari indisciplinati". Licenzia i membri della commissione petrolifera. Invita alle dimissioni il senatore Ted Stevens e il deputato Don Young, cioè la vecchia guardia repubblicana. Soprattutto, entra in collisione con le società petrolifere, in particolare Exxon, Conoco-Phillips e BP, a cui aumenta le tasse in modo consistente.

Infine, assegna la costruzione di un oleodotto a TransCanada, facendo fuori le compagnie petrolifere per liberarsi del loro monopolio sul trasporto.
Alcuni giornali la paragonano al venezuelano Chávez, per questa sua furia contro i petrolieri, che la odiano e la considerano un'inaffidabile populista. Certo, Sarah Palin non ha un'immagine ecologista: non crede che l'effetto serra sia colpa dell'uomo, non vuole che gli orsi polari siano considerati una specie da proteggere, chiede di togliere il veto alle ricerche petrolifere nel Parco dell'Alaska, è favorevole a cacciare i lupi dall'elicottero.

Un ambientalismo molto sui generis, che però piace agli alaskani. Il colonnello Wayne Anthony Ross, che è stato il presidente della campagna elettorale della Palin nel 2006, ci spiega perché. Ross è il presidente della National Rifle Association in Alaska, un'associazione che difende la libertà di portare armi, di cui la Palin ha la tessera a vita. Tra le decine di foto appese alla parete del suo ufficio di Anchorage, Ross ne indica tre: suo figlio a otto anni, fucile in mano, seduto sulla prima alce da lui abbattuta; accanto sempre lui a 12 anni con il primo cervo, e a 16 anni, sdraiato sul primo orso grizzly defunto.

Ross spiega che in questo Stato non esiste limite d'età per sparare, e i genitori addestrano i bambini all'uso delle armi non appena sono in grado di reggere il fucile: "Abbiamo un problema con gli ambientalisti. Vogliono dichiarare l'orso polare una specie in via di estinzione perché così sperano di bloccare nuovi pozzi e miniere. Vogliono impedirci di uccidere i lupi dall'elicottero, anche se sono troppi e minacciano le alci". Ross si alza e indica un quadro appeso alla parete: Babbo Natale che spara ai lupi da una slitta volante. Ride: "Gli ambientalisti sono contro lo sviluppo. Vogliono trasformare l'Alaska in un grande parco naturale...".

È per combattere le limitazioni imposte dal governo federale che nacque l'Alaskan Independence Party, un piccolo partito di cui Todd Palin, il marito di Sarah, ha fatto parte per sette anni. Lei non si è mai iscritta, ma i suoi discorsi agli indipendentisti, che circolano su Internet, trasudano simpatia. Tuttavia è difficile che le sue posizioni estreme, abominevoli per i democratici, possano danneggiarla politicamente.

Il segreto del fascino che Sarah Palin esercita verso l'America moderata sta proprio nella sua filosofia di donna sottomessa alla Chiesa, ma diffidente verso l'invadenza dello Stato, madre di cinque figli e appassionata di armi, amante della natura ma nemica di ogni restrizione ecologica, paladina dei valori conservatori ma insieme nemica giurata della destra corrotta. L'America profonda ha trovato la sua eroina. I democratici sanno che è impenetrabile alle loro critiche perché rappresenta un'altra America, dotata di valori alternativi. Possono solo sperare che si autodistrugga, commettendo qualche irreparabile gaffe per la sua inesperienza politica.
(16 settembre 2008)
Mario961


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