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1. {Dario Lacqua} ▲
Egregio Sig. Nicola Martella, per informazione le invio l’intervento, che ho appena scritto sul forum di evangelici.net, con indignazione per alcune espressioni che lei ha utilizzato nello studio a cui fa riferimento questa mail. [N.d.R.: Il contributo originale si trova qui.]
Inizio citando un passo d’una pagina ricevuta via mail dal Sig. Nicola Martella, con cui devo esprimere forte disaccordo per generalizzazioni ingiustificate e pregiudizio infondato.
Lui afferma: «Si tratta d’abusi d’aspetti biblici negli ambiti carismatici mediante una particolare cornice dottrinale, l’esagerazione di tali elementi e la loro strumentalizzazione in senso ideologico. Qui i singoli aspetti legittimi vengono gonfiati al punto da far apparire ogni conversione come una specie di liberazione da un “demone della maledizione”».
Da questo si sembra affermare che negli ambiti carismatici (quindi compresi gli evangelici pentecostali) sia pratica generale considerare una conversione come una «liberazione da un demone», il che è lontanissimo dalla realtà dei fatti, ho conosciuto molte, e ripeto molte realtà pentecostali e v’assicuro che in NESSUNA di quelle che ho frequentato o visitato io si pensa neppure lontanamente a una dottrina o pratica simile!!!
Lui afferma: «A ciò s’aggiunga l’aspetto dottrinale della (paura della) perdita della salvezza, esistente in tali ambienti, dopo ogni peccato ritenuto troppo grave».
Anche questa è un’affermazione infondata, ma si trova in una pagina che si vanta della sua cristianità!!!!
Se il Sig. Martella ha solo conosciuto chiese pentecostali che insegnano eresie mi farebbe però piacere che non generalizzasse le sue esperienze negative a comprendere «gli ambiti carismatici» in generale, senza neppure avere il tatto di scrivere «in alcuni ambiti carismatici»!!!!!
Il resto dell’articolo è anche una corretta esposizione di concetti biblici e un buon insegnamento sull’argomento, ma tali commenti presupponenti, pregiudizievoli e decisamente errati di generalizzazione m’impediscono anche di semplicemente consigliarne la lettura per il problema specifico, cosa che avrei voluto fare in risposta a un topic nella sezione dottrina... Con indignazione {13 maggio 2008}
2. {Nicola Martella} ▲
Non bisogna mai buttare via il bimbo (l’intero articolo) con tutta l’acqua sporca (le cose che non piacciono). Ad aver posto la domanda è stato proprio un membro di una chiesa pentecostale (non carismatica), il quale parlava «della dottrina che alcune chiese (credo di estrazione pentecostale) stanno propagando».
Quanto a me distinguo chiaramente e nettamente fra le chiese pentecostali storiche (prima ondata) e quelle carismaticiste (terza ondata). Con le prime collaboro, con le seconde no. Tale netta distinzione si può vederla sia nel mio libro «Carismosofia» («Le “tre ondate” dello spirito», pp. 18-30), sia nell’articolo «Pentecostali e carismaticisti: distingui necessari», presente su questo sito. Considerare tutti i pentecostali come carismaticisti è un grande e grossolano errore, come ho avuto spesso modo di ribadire; io personalmente sono in contatto con credenti e pastori pentecostali che rifiutano assolutamente il carismaticismo e i suoi leder. Il lettore costruisce le sue tesi e il suo dissenso proprio su tale fraintendimento.
Fatta tale distinzione, è fuori dubbio che i metodi della «pastorale esorcistica» siano usati frequentemente dai predicatori carismaticisti (p.es. R. Bonnke, B. Hinn, Cesar Castellanos e iseguaci del G12) come pratica comune, imponendo le mani alla gente per liberarla dal presunto «demone della maledizione». Si veda in «Carismosofia» gli articoli «Pastorale esorcistica», pp. 205-212; «Pastorale esorcistica: guarigione interiore», pp. 213-219; «La strategia di una “guerriglia” spirituale», pp. 220-224.
Per l’attribuzione a spiriti di questioni che si possono chiarire diversamente, sia biblicamente che razionalmente, si veda l’articolo «Lo spirito della malattia?» e la mia risposta alle tesi di un carismaticista antitrinitario.
Ecco un annuncio della «Chiesa cristiana carismatica Bet-el» (provincia di Padova): «SEMINARIO: Metti fine alle maledizioni di famiglia. Sabato 5 Aprile 2008, dalle ore 09:00 alle ore 18:00, insegnamenti con liberazioni da ogni maledizione generazionale, Sala del Culto San Giorgio in Bosco».
Quanto alle deleterie conseguenze di una ideologizzazione della «maledizione generazionale» rimando come esempio al libro «Liberazione generazionale - Un’importante chiave per la guarigione» di Paul Cox. Come ciò si traduca poi nell’immaginario e nella pratica di certi cristiani, si vedano le riflessioni di Paolo Montecchi. Le tecniche dello spiritualismo esoterico, delle diagnosi e delle metodiche guaritorie dell’esoterismo, vengono assunte, trasportate in una logica cristianizzata e presentate come bibliche. Per l’approfondimento delle guarigioni esoteriche e della loro cristianizzazione rimando ai miei libri «Malattia e guarigione 1-2» (cfr. pp. 155ss.218-227).
Quanto alla perdita della salvezza (e alle paure da essa suscitata), su questo sito abbiamo discusso abbondantemente la questione e ci siamo confrontati lungamente su di essa con esponenti carismaticisti.
► Due tesi a confronto sulla perdita della salvezza 1 (A)
► Due tesi a confronto sulla perdita della salvezza 2 (A)
► Due tesi a confronto sulla perdita della salvezza 3 (A)
► Due tesi a confronto sulla perdita della salvezza 4 (A)
► Si può perdere la salvezza? (T)
Quindi, non si tratta di nulla di nuovo. Sebbene il lettore abbia partecipato alla discussione su evangelici.net come «Ddsound» sulle questioni inerenti alla «maledizione generazionale», è probabile che conosca le tematiche menzionate (p.es. differenza fra carismatici e pentecostali; pastorale esorcistica; perdita della salvezza) meno di quanto egli stesso pensa di sapere. Si noti inoltre che io non ho parlato al riguardo di «ambiti pentecostali» in genere, ma di «ambiti carismatici», che sono ben altra cosa. È probabile che «l’indignazione» del lettore sia causata da una certa dose di mancanza di conoscenza approfondita di tali cose. A tale riguardo lo invito a fare una ricerca più approfondita in opere e articoli di rinomati leader carismaticisti: allora avrà altro su cui veramente indignarsi!
3. {Andrea Viel} ▲
Effettivamente la «maledizione generazionale» è qualcosa d’inesistente nella Sacra Scrittura. Ne fanno un gran dire diversi predicatori, forse per la smania di vincolare le persone sempre più alla loro capacità carismatica. Pregare per una persona nel nome di Gesù, inibire o sciogliere i legami generazionali sulla vita del credente di turno oppresso da un apparente legame con debolezze proprie d’un qualche avo, è diventata ormai una moda. È una pratica, a mio parere deleteria nel modo più assoluto, inventata dal diavolo per rendere ulteriormente deboli i già deboli cristiani.
È triste vedere che Dio dice a Caino che «il peccato è alla porta, ma tu lo devi dominare», e i cristiani cercano sempre nuove scuse per dichiararsi impossibilitati a non fare il bene. Con la «maledizione generazionale» è tutto risolto. Non è colpa mia, ma del mio avo. Addirittura è colpa di Dio, che invece d’avere misericordia del mio avo, lo ha maledetto. Quindi se non è colpa mia, devo cercare un qualcuno che prega per me e mi libera di questo legame.
Mi rimane ancora una scusa, dopo. Perché vedi, se non risolvo, è perché quello che ha pregato per me, non aveva abbastanza «unzione» per liberarmi. Direi che il processo è diabolico. Qualcuno dovrà rendere conto a Dio d’una tale falsità.
A livello ebraico, non esiste assolutamente che HàShem [N.d.R. lett. «il Nome», eufemismo per Jahwè, cioè Dio] possa da un lato benedire e dall’altro maledire. Il termine che noi traduciamo maledire / maledetto non ha lo stesso significato della tradizione ebraica. Laddove noi leggiamo per esempio, nella nostra traduzione, «maledetto fino alla quarta generazione», la Scrittura non intende questo nel suo origine. Ricordiamo che Dio è ricco di misericordia. Non è che ultimamente perde la pazienza... Quello che intende è che quando una persona agisce perversamente contro l’Eterno, Dio non applica il suo giudizio subito (che coinvolgerebbe quindi anche le generazioni future), ma attende fino a quattro generazioni, per vedere se tra costoro c’è qualcuno che si converte dalle sue vie malvagie, e faccia revocare il giudizio. Un giudizio che, eventualmente, s’esaurisce con l’ultima generazione, non portando strascichi futuri.
Quindi la maledizione generazionale, è un concetto tutto cristiano (neo pentecostale) che non ha alcun fondamento nelle Sacre Scritture. Per fare un esempio, al riguardo di quanto ho riportato, prendiamo Caino. Caino uccide Abele, Dio lo scopre e gli dà una punizione. Tutte le Bibbie cristiane riportano Genesi 4,15 così: «Ma il Signore gli disse: “Ebbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui”. Il Signore mise un segno su Caino, perché nessuno, trovandolo, lo uccidesse».
L’originale ebraico riporta differente: «HàShem gli disse: “Quindi chiunque uccida Kàyin prima della settima generazione [sarà punito]!”. HàShem pose un segno a Kàyin affinché chiunque lo incontrasse non lo colpisse».
Onestamente, oltre che esatta, la versione originale ebraica mi sembra più coerente come discorso. Il Targum dice che HàShem incise sulla fronte di Caino una lettera del Suo nome. Quindi su Caino vi è la punizione di HàShem, ma gli vengono date sette generazioni per ravvedersi, e poi si parla della numerosa discendenza di Caino, proprio per dimostrare che HàShem non lo punì prima d’aver visto molte generazioni.
Ci sarebbe tanto da dire, molto di più di quanto un evangelico ha la capacità di vedere, ma usciamo fuori argomento. Ritroviamo Caino insieme a Lamec al versetto 24, che nelle Bibbie cristiane recita (mantenendo lo stesso errore interpretativo): «Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamec lo sarà settantasette volte». Mentre invece nella traduzione ebraica dice: «Poiché alla settima [generazione] è stato ucciso Kàyin e Lèmekh [lo sarà] a settantasette».
In sostanza il Midrash spiega che Caino era morto per mano di Lamek dopo aver visto la settima generazione, e perché non s’era pentito del suo misfatto il giudizio di HàShem era arrivato; Lamek lo aveva ucciso involontariamente, e aveva anche causato accidentalmente la morte d’un suo figlio, per la disperazione d’aver ucciso Caino. Siccome le sue mogli lo volevano lasciare, lui spiegò la sua innocenza per le morti, dicendo in sostanza che «se la punizione di Caino, che uccise volontariamente, è stata rimandata fino alla settima generazione, certamente la mia punizione verrà posticipata settantasette volte le sette generazioni, perché ho ucciso per errore!». Questo a indicare un lungo periodo.
Spero di non avervi annoiato, ma di sicuro non è volontà di Dio (HàShem) infierire sulla posterità dell’uomo empio, ma addirittura dà molto tempo, nelle generazioni a venire, per tornare dalla via malvagia e riconciliarsi con Dio.
Purtroppo una vasta generazione di nuovi predicatori, attirano i credenti nell’errore, e per vanagloria personale, rendono questi credenti deboli nelle vie dell’Eterno, sempre alla ricerca d’un qualche «santo uomo di Dio» che intervenga su loro e li liberi, con la sua «unzione» dal potere del maligno. Direi che sono abbastanza arrabbiato, vedendo tutto quest’inganno. Shalom fratello… {14 maggio 2008}
Nota redazionale: Non posso che concordare con Andrea. Le sue riflessioni sono interessanti e degne di ulteriore approfondimento e verifica.
4. {Nicola Martella} ▲
Dopo un'approfondita ricerca nel Web, ecco qui di seguito alcune informazioni significative che ho trovato. Risulta ad esempio che il pastore Lirio Porrello (Palermo) sia a favore della «maledizione generazionale» in senso carismaticista. Egli è stato uno dei due contraenti su tale tema in un pubblico dibattito avvenuto nella sua chiesa.
■ Allo stesso link un credente di nome Stefano scrive quanto segue a proposito della prassi di varie chiese carismaticiste: «…da un po’ di tempo alcune chiese di Palermo, nazionali ed estere, predicano la maledizione generazionale, una prima dottrina che ha suscitato in me non pochi dubbi! In queste suddette chiese, per togliere la maledizione, spingono i fedeli a riunirsi in un ritiro fuori città per alcuni giorni. Chi non può allontanarsi dalla città per recarsi in questi ritiri spirituali, per svariati motivi (per mancanza di soldi, per problemi con familiari non convertiti, ecc.), non può usufruire del beneficio di vedersi togliere la maledizione dalla propria vita. In queste riunioni si predica che sulla vita di ogni credente, anche se convertito da anni, pende la maledizione tramandata dagli antenati fino alla quarta generazione, cioè ognuno deve rispondere a Dio dei peccati dei propri antenati (padre, nonno, bisnonno, ecc.). In questi ritiri ad ogni credente si presenta un foglio, dove ci sono scritti tutti i tipi di peccato. Ogni credente deve segnare tutti quei peccati che secondo lui i sui antenati possano aver commesso. Se non si pensa di essere a conoscenza dei peccati degli antenati, bisogna segnarli tutti con una “x”, per essere sicuri di non averne dimenticato nessuno! Poi questo foglio si deve bruciare in un braciere (anche se adesso la pratica del braciere alcune chiese l’hanno abolita). Tutto ciò spinge la gente a credere che la maledizione danneggia la loro vita, anche se hanno creduto già in Cristo e che quindi bisogna fare qualcosa per abolirla. Questo significa che il sangue di Gesù non è sufficiente a benedirli e a togliere la maledizione». Più avanti puntualizza quanto segue: «Quello che posso dirti è che sembra questa strana dottrina venga direttamente dalla Colombia e che sia parte integrante del sistema diabolico del G12 di Cesar Castellanos». Non posso che concordare con la sua analisi. Diversi di tali aspetti hanno sospetti paralleli nell'esoterismo.
■ Aggiungerei il movimento carismaticista «Parola di fede», che ha molte propaggini in Italia. Non è un caso che la chiesa «La Parola della Grazia» di Palermo, il cui pastore è Lirio Porrello, fa parte proprio di tale movimento.
■ Sulla presunta relazione di causa ed effetto fra «maledizione predizionale» e malattie, si veda l’articolo «Infermità, afflizioni e loro cause» e il connesso tema di discussione «Cause delle infermità? Parliamone».
■ Nel Web è stato riportato anche un contributo del pastore Nuccio Cavone, il quale afferma tra altre cose: «Come evangelico che cerca di mettere in pratica il “non oltre quel che è scritto” (1 Cor 4,6) provo solo un innato disagio davanti ai convinti sostenitori della “maledizione generazionale” o di altre dottrine come la “guarigione dell’inconscio” (magari con la tecnica del “cadere nello Spirito”) o il combattimento contro gli “spiriti territoriali” o il “soffio dello Spirito” e simili nuove dottrine.
Capisco che le novità solleticano i pruriti d’udire più delle consueta, vecchia “fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Giuda 3), ma che ci posso fare? Sono un evangelico e ho imparato a basarmi solo sulla Parola di Dio.
Per la precisione, un evangelico di nome e di fatto si basa su ciò che il Nuovo Testamento insegna e pratica. Il criterio secondo cui una pratica “funziona” o “attira la gente” è fuorviante e ci potrebbe portare dritti a Lourdes o a S. Giovanni Rotondo o in Tibet.
Anche il riferimento a passi oscuri e isolati del Vecchio Testamento è rischioso e potrebbe portarci a giustificare la poligamia o lo spiritismo. Nel Nuovo Testamento non mi risulta si parli mai di “maledizione generazionale”; anzi, quando qualcuno Gli chiede se è stato un certo cieco a peccare o i suoi genitori, Gesù risponde lapidario: “...né lui né i suoi genitori” (Giov 9,2-3).
Perché l’apostolo Paolo, Pietro e Giovanni non hanno mai scritto alle chiese di “peccati generazionali” e come venirne fuori?
No, grazie. Perdonatemi la miopia o la chiusura mentale ma preferisco insegnare e praticare ciò che sta scritto» (grassetto nostro). Non posso che sottoscrivere quanto da lui detto!
■ Riporto anche le parole di Giuliano Soveri, un pastore pentecostale di Pordenone, che ha affermato tra altre cose quanto segue sui cosiddetti televangelisti americani: «Ciò che mi sorprende, almeno in parte, è notare la difesa che di costoro fanno alcuni e probabilmente non pochi, che si definiscono evangelici che mi porta a farmi e a girarti una domanda: ma chi sono gli Evangelici? Dottrina della prosperità, Toronto blessing, G12 con corollario di peccato o maledizione generazionale, sono tutti evangelici? E se così è, cosa hanno costoro in comune con l’integrità morale e dottrinale e con l’assoluta sobrietà di Francescon, Lombardi, Petrelli, Bracco, Cannavò e tanti altri servitori autentici che sulle orme di Paolo ci hanno dato ben altri insegnamenti? Eppure tanti di costoro che a questi si richiamano, oggi siedono fianco a fianco con i sodali dei Copeland e degli Hinn nelle Federazioni e nelle Alleanze» (grassetto nostro). Le sue domande e le sue riflessioni sono da prendere sul serio!
Mario961
Sursum Corda !