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Come trovare un terreno comune tra ortodossi e protestanti

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2009 00:10
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Come trovare un terreno comune tra ortodossi e protestanti:

risoluzione parziale delle difficoltà protestanti con la teologia ortodossa

Lettore Daniel Lieuwen




Daniel Lieuwen, lettore nell'Arcidiocesi Antiochena Ortodossa d'America, è un convertito all'Ortodossia dal Protestantesimo. Di professione ricercatore informatico nel campo dei sistemi operativi, è autore di uno studio storico sulla nascita del Canone del Nuovo Testamento, che esamina molte pratiche a cui i protestanti muovono obiezioni, mostrando come tali pratiche siano anteriori all'accettazione comune del Libro dell'Apocalisse e alla rimozione di altri libri (come Il Pastore di Erma) dal Canone. In questo saggio si occupa di due tipiche obiezioni protestanti all'Ortodossia: la natura della fede e il valore delle icone.




La questione del Protestantesimo classico e dell'Ortodossia sulla fede:

Qual'è la relazione tra fede e opere? Mentre vi sono forti differenze teoriche tra gli ortodossi e i protestanti classici sulla fede, esistenzialmente, il divario è meno severo. (Abbrevierò talvolta i "protestanti classici" come "protestanti" in questo brano: vi sono molti protestanti non classici di cui non considererò le idee. Coloro che pensano di poter avere Cristo come Salvatore ma non come Signore, mostrano uno spirito antinomico così estremo che è difficile considerarli cristiani anche nel senso più nominale della parola. I musulmani e gli ebrei ortodossi, con la loro riverenza per la legge di Dio sembrano più vicini allo spirito del cristianesimo di quanto lo siano questi "cristiani"). Sia gli ortodossi che i protestanti sono teoricamente d'accordo che senza l'azione di Dio nell'Incarnazione, l'uomo non può lasciare il proprio stato innaturale e peccaminoso, e giungere a Dio: ha bisogno della grazia. Avendo concordato su questo punto, essi sono in disaccordo sulla funzione delle opere. Parte del problema è che gli ortodossi sono ben più reticenti dei protestanti a parlare della salvezza come di un evento singolo. Piuttosto, la nostra salvezza e la nostra santificazione sono viste come parte di un processo continuo, cosicché per essere tecnicamente corretti non si potrebbe parlare di essere stati salvati senza parlare di essere nel processo della propria salvezza, e sperando infine di essere salvati al Giudizio Finale in modo conclusivo e decisivo.

È chiaro sia ai protestanti che agli ortodossi che le buone opere sono essenziali nel processo di santificazione. Esistenzialmente, i protestanti riconoscono che la vera fede deve necessariamente produrre buone opere. Se la fede di una persona non produce opere, essi avvertirebbero tale persona di considerare che potrebbe non avere una vera fede. Ciò a cui muovono obiezioni è il dire che queste buone azioni ci salvano. È pericoloso essere troppo precisi in queste materie. Sappiamo che Cristo dice che se lo amiamo gli obbediremo. Dobbiamo amarlo per entrare nel suo regno. Non possiamo amarlo senza fede. Non possiamo essere salvati senza la sua salvifica Passione e Risurrezione. Sappiamo che senza le opere la fede è morta. In tutti questi punti, protestanti e ortodossi sono d'accordo.

Le due posizioni sull'elezione dei protestanti partono con la stessa premessa di ``Sola Fide'' (per fede sola). Tuttavia, in pratica, per strade molto differenti, entrambi rendono questa dichiarazione molto meno estrema di quanto sembri a prima vista agli ortodossi.

Quei protestanti che credono (così come gli ortodossi) nella possibilità di perdere la propria salvezza, riconoscono che il peccato ripetuto e impenitente causerà la perdita della propria salvezza, perché coloro che vi indulgono alla fine si ritroveranno con una coscienza così indurita che la fede morirà. Pertanto, in tale posizione, le opere sono necessarie per la salvezza. (Giungeremo in seguito al caso speciale delle conversioni sul letto di morte.) Quelli che credono che non si possa perdere la propria salvezza usano un espediente differente. È chiaro che molte persone che vivono inizialmente in modo molto devoto finiscono per voltare le spalle a Dio. Coloro che credono nella sicurezza eterna di solito affrontano questi casi dicendo che chi si trova in queste circostanze non aveva mai avuto una vera fede. Tuttavia, sul piano esistenziale, tale persona è indistinguibile, nel proprio periodo pio, da chi di fatto persevererà sino alla fine. Uno non può sapere se si sta meramente ingannando o se ha una vera fede. Solo la perseveranza sino alla fine, che comporta buone opere compiute per gratitudine a Dio, dimostra la genuinità della fede in tale posizione. Tuttavia, ciò non è lungi da dire che le opere sono necessarie alla salvezza, per lo meno esistenzialmente.

Inoltre, gli ortodossi sono d'accordo nel dire che la fede è la più grande delle opere. Perciò, la persona che si converte sul proprio letto di morte o sulla croce, benché non abbia opere materiali, ha di fatto l'opera della fede. Ciò non è distante, nel concetto se non nella terminologia, dalla posizione sostenuta in materia da entrambe le scuole del protestantesimo.

Non ne derivo alcuna grande teoria riguardo a ciò che avviene nei progetti eterni di Dio. Certamente, le briciole di opere della nostra vedova non aggiungono niente all'infinita riserva di bontà di Dio. E tuttavia, Egli le onora. Sulla terra, vediamo la necessità per noi stessi delle buone opere per appropriarci del libero dono di Dio che è la salvezza. Inoltrarci in speculazioni sulla funzione esatta della grazia e delle opere sembra condurci alla fine a questa conclusione


La questione del valore delle icone nella vita cristiana:


Com'è che le icone sono di beneficio al vostro cammino con Dio? Potrei procedere parlando della teologia dell'Incarnazione e di come l'apparizione di Cristo nella carne santifichi tutta la materia. Potrei raccontare di come certe parti del giudaismo nell'era del Nuovo Testamento usassero le icone, e come l'uso cristiano possa essere considerato un proseguimento della pratica ebraica della Chiesa, molto simile all'uso dei Salmi nel culto pubblico e nelle ore di preghiera (Atti 3:1), continuato fino a oggi nella Chiesa ortodossa e nei monasteri cattolici romani, e reintrodotto nel protestantesimo al Taizé, in Francia. Potrei parlare dell'importanza dell'obbedienza alla Chiesa. Tuttavia, temo che questi punti non vi impressionerebbero molto, cosicché userò un approccio differente. Le icone ci rimandano alla "grande nube di testimoni" che ci circonda. Vedere le icone ci ricorda vite cristiane eroiche e ci stimola a emularle. Per esempio, io possiedo icone dei due grandi santi missionari, i Santi Innocenzo d'Alaska e Nicola del Giappone. Questi uomini diedero tutto di se stessi al Vangelo, soffrendo molte privazioni, benché in modi differenti. le loro tecniche missionarie sono studiate ancor oggi anche dai missiologi protestanti. Vedere le loro icone dovrebbe ricordarmi (e talora mi ricorda) dell'importanza dell'opera missionaria e di dare tutto di se stessi al Regno. Ho un'icona dell'Apostolo Sila, il compagno dei viaggi di San Paolo. È il patrono del Ministero Ortodosso delle Prigioni e delle Strade, e nell'icona indossa catene di ferro. La sua icona mi ricorda di pregare per i prigionieri. Ho un'icona di San Serafino di Sarov, donatami al convento che ho visitato a San Francisco. Mi ricorda il convento. Mi ricorda pure il detto di San Serafino: "Acquisisci lo Spirito Santo, e migliaia intorno a te acquisiranno la salvezza." Potrei espandere questi esempi all'infinito. In breve, le icone fanno la stessa cosa delle Feste della Chiesa (il Natale, la Pasqua, l'Epifania che celebra il battesimo di Cristo): ci richiamano le parti importanti della storia della salvezza, una storia che continua fino a oggi. Ci ricordano che altri hanno fatto cose meravigliose per Dio, e ci incoraggiano a farle a nostra volta, sapendo da questi esempi che ne abbiamo la possibilità, se vorremo sforzarci a tal fine con l'aiuto di Dio, ma solo se siamo disposti a dare in cambio non meno di tutto. In più, le icone servono alla funzione di ritratti di famiglia. Così come ho i ritratti della mia famiglia a casa mia, e i miei genitori hanno i quadri dei loro antenati, così le icone sono i ritratti dei nostri progenitori spirituali. Le custodiamo perché amiamo e rispettiamo e abbiamo un grande debito nei confronti di coloro che ci hanno aiutato a giungere alla fede, anche se molto indirettamente, convertendo qualcuno che ha convertito qualcun altro... che ha convertito (o aiutato a rafforzare nella fede o accrescere nella propria convinzione) qualcuno che ci è stato di beneficio spirituale. Siamo tutti una famiglia, sia in cielo che in terra. I membri di una famiglia amano avere i ritratti degli altri membri della famiglia, perché vogliono loro bene. La conoscenza del mio debito mi rende molto interessato a San Bonifacio, missionario in Frisia, da dove proviene mia madre. Egli fu martirizzato là. Pertanto, ho comprato libri che parlavano di lui. I miei genitori hanno trovato del materiale che parlava di lui a Dokkum (dove fu martirizzato) mentre visitavano i Paesi Bassi. Ho nei suoi confronti un grande debito, perché fu la figura di punta della conversione dei miei antenati. Anche se non ho ancora acquistato una sua icona (la sto cercando), ho trovato alcune belle litografie nei libri che ho comprato. Vorrei acquistare un'icona, ma non ne ho ancora trovata una. Potrei commissionarne una, così come qualcuno potrebbe commissionare un ritratto di un distinto antenato, poiché si tratta del mio antenato spirituale. Tuttavia, le icone non sono solo i simboli del nostro amore. Non si limitano a richiamarci la "grande nube di testimoni", ma ci aiutano a sperimentarla. La grande nube di testimoni è là sia che ne siamo consapevoli o no. La sua presenza ci è di beneficio sia che lo comprendiamo o no, poiché la Chiesa militante e la Chiesa trionfante sono una Chiesa sola, e le preghiere in cielo ci aiutano. Tuttavia, la nostra consapevolezza della "grande nube di testimoni" ci aiuta in altri modi. Ci dà coraggio, poiché ci sono intorno a noi coloro che ci amano e che vogliono ciò che è meglio per noi. Scoraggia il vizio, poiché un ricordo che siamo circondati da coloro che ci amano ci fa desiderare di evitare di fare cose che potrebbero deluderli. Sperimentare la presenza dei santi ci richiama la presenza di Dio: una cosa che dovremmo sempre avere in mente, ma che frequentemente dimentichiamo.


Il testo originale inglese appare sul sito della Chiesa Ortodossa di San Nicola:

www.orthodox.net

La traduzione italiana è stata riveduta dall'autore
25/03/2009 23:38
 
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Non è facile spiegare queste cose ad alcuni protestanti. Ne conosco alcuni che se mostri loro un'icona mostrante il mio Signore e mio Dio rabbrividiscono tipo vampiri e dicono "vade retro Satana!".
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Questo forse perché noi non adoriamo le immagini, nonostante ciò ammetto che ci siano delle immagini sacre molto belle artisticamente.

Ambra
[Modificato da Violafenix 26/03/2009 09:27]


Tu mantiene in una pace perfetta colui la cui mente rimane ferma in te, perché confida in te.
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Se è eterna, è per sempre!
   Se la Salvezza pe grazia è eterna, per me significa che una volta salvo, si è salvi per sempre! Infatti, la Scrittura dice: "Chi crede nel Figlio ha vita eterna" (Gv.3:36) - ORA! Proprio come alcuni politici dicono: senza se e senza ma! Se poi c'è qualcuno vuol preoccuparsi se può perdere quello che il buon Dio ha dato (gratis) per l'eternità; o meglio ancora, si preoccupa se rimarrà salvato o se riuscirà a stare fedele, così che alla fine possa ricevere la ricompensa della salvezza per la sua fedeltà, faccia pure.
   Ma allora, la Salvezza (sua) è una ricompensa! Anzi, è una paga, un salario; perciò non è più un dono, ma qualcosa che deve guadagnarsi con la sua fedeltà. In parole povere - UN MERITO! Ma la Salvezza (biblica) non è una ricompensa, nè una paga, né tanto meno un salario, ma grazie a Dio - UN DONO (d'Amore)! E' quello non lo si può guadagnare con la propria fedeltà, o con alcun tipo di opere.
   Da parte mia, nessuna di queste cose può infondermi sicurezza nel tenermi salvo più di quanto non possa salvarmi per prima cosa. La mia sicurezza è la Sua Parola, solo Gesù mi ha salvato. Como dice Paolo - "Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" e andando avanti dirà pure "tutto il resto è tanta spazzatura". Perciò, una salvezza che si può "perdere", che vuol dire per opere, non è la salvezza bibblica che predicava Paolo e tutti gli altri apostoli.
   Non si può essere abbastanza buoni, non importa cosa uno fa, non lo salverà - "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è un dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori" (Efs.2:8,9). Beh, per me è molto chiaro - ho la vita eterna attraverso il Figlio di Dio, che è il DONO di Dio, e non posso perdere la Salvezza, perché Gesù non mi abbandonerà mai, perché sono Suo in eterno (Gv.10:28,29). Alleluia!
27/03/2009 00:17
 
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Re:
Violafenix, 26/03/2009 9.24:

Questo forse perché noi non adoriamo le immagini, nonostante ciò ammetto che ci siano delle immagini sacre molto belle artisticamente.

Ambra


Neanche noi cattolici adoriamo le immagini. Le veneriamo. E' diverso.
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Si questo è quello che dicono, ma sul vocabolario italiano esse sono radici di uno stesso seme, ovvero Onorare... è il mio Onore và solamente a Dio e non a delle statue di pietra o ad immagini dipinte, per quanto esse possano essere splendide.

Ambra


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Re:
Violafenix, 30/03/2009 10.37:

Si questo è quello che dicono, ma sul vocabolario italiano esse sono radici di uno stesso seme, ovvero Onorare... è il mio Onore và solamente a Dio e non a delle statue di pietra o ad immagini dipinte, per quanto esse possano essere splendide.

Ambra


Allora perchè onori il tuo presbitero, chiamandolo con il titolo "pastore"?
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30/03/2009 21:00
 
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Infatti non lo faccio, io provengo da una chiesa che non ha il pastore, ma due anziani che provvedono ai fabbisogni gestionali della chiesa, in pratica la conducono, ma non si arrecano ness'un diritto di mediatore. Ciao Ambra
[Modificato da Violafenix 30/03/2009 21:04]


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30/03/2009 23:26
 
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Re:
Violafenix, 30/03/2009 21.00:

Infatti non lo faccio, io provengo da una chiesa che non ha il pastore, ma due anziani che provvedono ai fabbisogni gestionali della chiesa, in pratica la conducono, ma non si arrecano ness'un diritto di mediatore. Ciao Ambra


Ma cosa stai dicendo? [SM=g8862] Guarda che anziano è la traduzione italiana del greco presbyteros, tradotto anche presbitero, il cui titolo è sacerdote tra i cattolici e pastore tra i protestanti. Distinguere un pastore da un anziano è una contraddizione in termini.
Ti ricordo anche che i presbyteros/presbiteri/anziani/sacerdoti della chiesa cattolica e apostolica non si arrecano nessun diritto di mediazione.
Non mi sembri nella posizione dottrinale giusta per correggere il fratello...
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Chissà perché ho la stessa senzazione di te....

Comunque noi non abbiamo un solo anziano ma due, e a volte anche di più questo per evitare che uno solo abbia il comando, e mi pare invece che si i preti si arrecano il diritto di mediatori quando confessano i fedeli.... comunque mi sembri mooolto prevenuto su quanto riguarda la mia fede e trovo che sia inutile continuare questa conversazione dato che stai diventando presuntuoso e poco gentile.

Ambra


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07/04/2009 16:16
 
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Che succede quando osservi il ritratto di un tuo caro scomparso?
Sai benissimo che quell'immagine è solo un pezzo di carta, eppure essa risveglia in te un ricordo molto vivo che ti fa sentire più vicina a lui. Puoi chiamarlo feticismo?
Certo, lo diverrebbe se tu attribuissi a quel ritratto degli strani poteri o lo considerassi qualcosa di vivo, ed è qui che cadresti in errore, e non certo per il fatto che desideri tenertelo e guardarlo.
La stessa cosa avviene osservando un'immagine sacra. Il pensiero viene immediatamente centrato sul soggetto che essa rappresenta e, proprio per questa sua rappresentatività, sia davanti ad un ritratto, che , a maggior ragione, di fronte ad un'immagine sacra,  penso che non si possa non averne il dovuto rispetto.
L'uomo vive d'immagini, reali oppure pensate. Anche quando ti sforzassi, la tua mente non riuscirà mai a non nutrirne. Ogni tuo pensiero sarà sempre accompagnato da immagini, a meno che tu non riesca a creare il vuoto mentale.  
Quando pensi a Gesù, prova a verificare se in qualche modo la tua mente non costruisce alcuna immagine e quale valore tu le attribuisci in quel momento.
Che differenza c'è tra quelle che scaturiscono dalla tua mente e quelle che osservi visivamente?
 

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Dio è Spirito, e con Spirito va adorato... il desiderio di figure e immagini deriva dalla nostra natura umana carnale.

Io non identifico Dio o Gesù come qualcosa di fisico, Gesù lo è stato, ma ora è tornato a essere Spirito e come tale io lo adoro... senza immagini che potrebbero condurmi verso strade sbagliate, come spesso accade.

Il vitello d'oro è la prova di quanto affermo, dato che abbiamo bisogno di qualcosa da vedere e toccare ci creiamo immagini di qualcosa che immagini non può avere... non sò se mi spiego.

Ambra


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08/04/2009 02:39
 
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Guarda che per immagine non intendo necessariamente qualcosa che abbia delle precise fattezze fisiche, ma la mente è  sempre portata ad associare il pensiero con l'immagine, è inevitabile.
Certo che Gesù va adorato in spirito, e nessuno dice il contrario, ma un crocifisso non è il vitello d'oro e neppure un totem, bensì una rappresentazione della fede. Quando si prega davanti ad esso ci si rivolge a Colui che è rappresentato e non all'oggetto.
 
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Invece è proprio quello che contesto, perché bisogna dare un'immagine per forza a ogni cosa? dove sta scritto?
Se questo succede è un nostro limite.... inoltre purtroppo quello che dici, che sarebbe anche giusto, viene confuso e comporta gravi errori dottrinali....

Quindi preferisco far sparire l'immagine dal mio cuore quando prego, almeno finisco per non sbagliare....


Ambra

[Modificato da Violafenix 13/04/2009 00:10]


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[Modificato da Violafenix 10/04/2009 21:36]


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11/04/2009 04:54
 
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Re:
Violafenix, 10/04/2009 21.35:

Invece è proprio quelle che contesto, perché bisogna dare un'immagine per forza a ogni cosa? dove sta scritto?
Se questo succede è un nostro limite.... inoltre purtroppo quello che dici, che sarebbe anche giusto, viene confuso e comporta gravi errori dottrinali....


Ambra



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