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GLI EROI CHE SALVARONO IL CRISTIANESIMO E LA CIVILTA' OCCIDENTALE

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2008 15:28
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CARLO MARTELLO a POITIERS -
Poitiers (25 ottobre 732)

Nell'ottobre del 732 l'esercito musulmano guidato da Abdulrahman, governatore di al-Andalus, si trovava tra Poitiers e Tours.

Sabato 17 ottobre giunse l'esercito dei Franchi guidato da Carlo Martello, maestro di palazzo di Austrasia e Neustria. Oddone, duca di Aquitania, era al suo fianco.

L'esercito cristiano prese possesso della strada che collega Chatellerault a Poitiers. A 20 chilometri a nord di Poitiers, nei pressi di Moussais-la-Bataille, i due eserciti si incontrarono.

Per sette giorni gli avversari si studiarono.

Il 25 ottobre, primo giorno del mese di ramadan avvenne lo scontro decisivo.

I Franchi, pesantemente armati, serrarono le loro fila. Un muro di ferro, irto di punte, venne innalzato nella pianura. La cavalleria pesante di Oddone si schierò a protezione dei fianchi della fanteria.

I cavalieri saraceni montavano veloci cavalli arabi.

Abdulrahman diede il segnale di attacco. Al grido di Allah Akbar, migliaia di cavalieri si gettarono sulla fanteria franca. I cristiani rimasero immobili al loro posto. Inutilmente la cavalleria saracena reiterò i suoi attacchi. I Franchi non cedettero.

Oddone, per alleggerire la pressione sulla fanteria, organizzò con i suoi cavalieri un attacco diversivo.

Verso le quattro del pomeriggio i musulmani sentirono le grida che provenivano dal loro accampamento e dalla retroguardia. Oddone aveva aggirato il campo di battaglia e aveva iniziato l'attacco nelle retrovie degli Arabi e dei Berberi.

Nelle file saracene fu lo scompiglio perché molti abbandonarono le loro posizioni per accorrere a difendere l'accampamento.

Allora Carlo Martello ordinò l'attacco. Il muro di ferro avanzò compatto, irresistibile, tutto travolgendo.

Solo la notte pose fine all'avanzata di Carlo.

Al mattino i Franchi penetrarono nell'accampamento deserto. I saraceni sopravvissuti durante la notte erano fuggiti.

Abdulrahman era morto in battaglia.

Secondo gli islamici la sconfitta è da addebitare a tre fattori: la forte componente berbera e non araba delle milizie (solo gli ufficiali erano arabi), la presenza delle famiglie dei soldati, la grande distanza da Pamplona, base logistica della spedizione militare.

Sempre secondo gli islamici il crollo del fronte arabo-berbero fu dovuto all'attacco che il duca d'Aquitania condusse contro l'accampamento musulmano. Infatti molti soldati avrebbero abbandonato il posto di combattimento per andare a salvare i propri cari.

Secondo i cristiani invece gli islamici abbandonarono il campo di battaglia quando videro in pericolo le ricchezze che avevano razziato e che erano raccolte nell'accampamento.



Conseguenze di Poitiers

La sconfitta non valse a far terminare gli attacchi dei musulmani in Francia né in altre parti di Europa, ma interruppe l'ininterrotta avanzata che questi avevano intrapreso un secolo prima nelle terre cristiane.

La vittoria di Poitiers va posta accanto alle vittorie degli imperatori bizantini Costantino IV nel 678 e Leone III nel 718 a Costantinopoli.

Se i musulmani avessero vinto a Poitiers e avessero raggiunto Parigi distruggendo il regno dei Franchi, come avevano distrutto il regno dei Visigoti in Spagna, l'Europa avrebbe cessato di esistere. La Germania e l'Italia, divise in vari Stati, non avrebbero avuto alcuna possibilità di fermare l'ondata musulmana. Le armate islamiche avrebbero facilmente raggiunto Costantinopoli attraverso i Balcani e avrebbero distrutto l'Impero Bizantino.



Nuovo attacco dei musulmani (735)

Nel 735 i musulmani effettuarono un altro attacco contro la Francia. Entrarono nella valle del Rodano. Conquistarono Avignone e Arles. Attaccarono la Borgogna.

AN. DCCXXXVI. Denuo rebellante gente validissima Ismahelitarum, quos modo Sarracenos vocabulo corrupto nuncupant, irrumpentesque Rhodanum fluvium, insidiantibus infidelibus hominibus sub dolo et fraude Mauronto quodam cum sociis suis, Avenionem urbem munitissimam ac montuosam, ipsi Sarraceni, collecto hostili agmine, ingrediuntur; illisque rebellantibus ea regio vastata. Fredegarii scholastici chronicum cum suis continuatoribus, sive appendix ad sancti Gregorii episcopi turonensis historiam francorum, An. DCCXXXVI

Nel 737 Carlo Martello intraprese la campagna di liberazione del sud della Francia. Dopo un assalto impetuoso Avignone ritornò cristiana.

AN. DCCXXXVII. At contra vir egregius Carolus dux germanum suum, virum industrium, Childebrandum ducem, cum reliquis ducibus et comitibus, illis partibus cum apparatu hostili dirigit; quique praepropere ad eamdem urbem pervenientes tentoria instruunt. Undique ipsum oppidum et suburbana praeoccupant, munitissimam civitatem obsident, aciem instruunt, donec insecutus vir belligerator Carolus praedictam urbem aggreditur, muros circumdat, castra ponit, obsidionem coacervat, in modum Hiericho cum strepitu hostium et sonitu tubarum, cum machinis et restium funibus super muros et aedium moenia irruunt, urbem munitissimam ingredientes succendunt, hostes inimicos suos capiunt, interficientes trucidant atque prosternunt, et in suam ditionem efficaciter restituunt. Fredegarii scholastici chronicum cum suis continuatoribus, sive appendix ad sancti Gregorii episcopi turonensis historiam francorum, An. DCCXXXVII

La battaglia de la Berre (737)

Poi Carlo Martello si diresse a Narbona, da 18 anni in mano agli arabi e ai berberi. Narbona è su di un fiume in prossimità del mare. Carlo costruì delle torri di guardia e pose l'assedio.

Il governatore di al-Andalus decise di mandare rinforzi al comando di Omar ibn Khaleb. La cavalleria araba attraversò i Pirenei. I soldati vennero imbarcati su delle navi.

Lo sbarco a Narbona venne impedito dalle opere apprestate da Carlo che bloccavano l'accesso al porto. I musulmani decisero di sbarcare sulle spiagge in prossimità del fiume Berre per poi raggiungere via terra Narbona.

Carlo lasciò una parte dei suoi uomini ad assediare Narbona e con gli altri si avviò per un cammino nascosto verso il fiume Berre. Colse di sorpresa gli islamici mentre sbarcavano. Fu una strage. I sopravvissuti tentarono di raggiungere a nuoto le navi da cui erano arrivati. Vennero inseguiti dai Franchi saliti a bordo di alcuni navigli.

Carlo Martello inseguì i musulmani ovunque si rifugiassero. Liberò Nîmes, Agde, Béziers. Ma non riuscì ad entrare in Narbona, che rimarrà prigioniera degli islamici ancora per 22 anni.

AN. DCCXXXVII. ... Victor igitur atque bellator insignis intrepidus Carolus Rhodanum fluvium cum exercitu suo transiit, Gotthorum fines penetravit, usque Narbonensem Galliam peraccessit, ipsam urbem celeberrimam, atque metropolim eorum obsedit: super Adice fluvio munitionem in gyrum in modum arietum instruxit, regem Sarracenorum, nomine Athima, cum satellitibus suis ibidem reclusit, castraque metatus est undique. Haec audientes majores natu et principes Sarracenorum, qui commorabantur eo tempore in regione Hispaniarum, coadunato exercitu hostium cum alio rege, Amor nomine, machinis adversus Carolum viriliter armati consurgunt, praeparantur ad praelium: contra quos praefatus dux Carolus triumphator occurrit, super fluvio Birra, et valle Corbaria Palatio; illisque mutuo confligentibus, Sarraceni devicti atque prostrati, cernentes regem eorum interfectum, in fugam lapsi terga verterunt. Qui evaserant cupientes navali evectione evadere, in stagno maris natantes, namque sibimet mutuo conatu insiliunt. Mox Franci cum navibus et jaculis armatoriis super eos insiliunt, suffocantesque in aquis interimunt. Sicque Franci triumphantes de hostibus praedam magnam et spolia capiunt; capta multitudine captivorum, cum duce victore regionem Gotthicam depopulantur : urbes famosissimas Nemausum, Agatem, ac Biterris funditus muros et moenia Carolus destruens, igne supposito, concremavit; suburbana et castra illius regionis vastavit. Devicto adversariorum agmine, Christo in omnibus praesule, et capite salutis victoriae, salubriter remeavit in regionem suam, in terram Francorum ad solium principatus sui. Fredegarii scholastici chronicum cum suis continuatoribus, sive appendix ad sancti Gregorii episcopi turonensis historiam francorum, An. DCCXXXVII


La battaglia sul fiume Berre fu una seconda Poitiers, come afferma Eginardo.

Nam pater eius Karolus, qui tyrannos per totam Franciam dominatum sibi vindicantes oppressit et Sarracenos Galliam occupare temptantes duobus magnis proeliis, uno in Aquitania apud Pictavium civitatem, altero iuxta Narbonam apud Birram fluvium, ita devicit, ut in Hispaniam eos redire conpelleret, eundem magistratum a patre Pippino sibi dimissum egregie administravit. Einhardi Vita Karoli Magni, 2



Pipino il Breve, re di Francia

Carlo morì il 22 ottobre 741 a Quierzy-sur-Oise, nell'Aisne in Francia.

Lasciò il regno ai figli Carlomanno e Pipino il Breve, che nel 751 diverrà il primo re di Francia della dinastia carolingia.

A partire dal 752 Pipino combatterà i musulmani della Settimania e riuscirà a liberare Narbona nel 759 dopo circa quarant'anni di dominazione islamica.





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