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GLI EROI CHE SALVARONO IL CRISTIANESIMO E LA CIVILTA' OCCIDENTALE

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2008 15:28
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RODRIGO DIAZ di BIVAR
Rodrigo Díaz conte di Bivar (Quintanilla Vivar, 1043 – Valencia, 1099) è stato un militare spagnolo, meglio conosciuto come El Cid Campeador o Mio Cid (dall'arabo volgare ﻲ سيد sidi, mio signore; Campeador invece è la forma spagnola del cognome latino Campi Doctor che significa "campione", vincitore nel combattimento giudiziario o duello) fu un nobile castigliano, mercenario e una figura leggendaria della Reconquista spagnola. Fu signore di Valencia dal 1093 alla sua morte..

Era figlio di Diego Laínez (figlio di Laín Núñez, stimato alla corte del re di Castiglia, Ferdinando I che secondo la leggenda discendeva da Laín Calvo, uno dei mitici Giudici di Castiglia) e di Teresa Rodriguez, figlia di Rodrigo Álvarez, primo conte di Asturia e suo governatore.

Da quando rimase orfano di padre, crebbe nella corte del re Fernando I di Castiglia insieme al figlio, il principe futuro Sancho II di Castiglia.

Venne investito come cavaliere verso il 1060, nella chiesa di Santiago de los Caballeros (Zamora) da Doña Urraca futura signora di Zamora. Tra gli anni 1063 e 1072 fu il braccio destro di don Sancho e combatté con lui in numerose battaglie. Venne nominato Alfiere Reale (colui che portava lo stendardo del re in tutte le manifestazioni pubbliche) quando Sancho salì al trono della Castiglia nel 1065.

Nel 1063, secondo la leggenda, ottenne il titolo di Campeador quando, per risolvere una disputa a causa di alcuni castelli di frontiera, vinse il duello con Jimeno Garcés, l'alfiere del re d'Aragona, Ramiro I, che aveva posto l'assedio alla città di Graus, dell'emiro di Saragozza, al-Muqtadir, alleato del re di Castiglia, Fernando I, durante quell'assedio, l'8 di maggio, Ramiro I perse la vita.

Come capo delle truppe reali, il Cid accompagnò il re di Castiglia, Sancho II nella guerra che combatté contro il regno di Navarra, detta guerra dei tre Sanchi (Sancho II contro il re di Navarra, Sancho IV ed il suo alleato il re d'Aragona, il successore di ramiro I, Sancho I) che terminò, nel 1068 con la parziale riconquista dei territori castigliani ceduti da Ferdinando I al fratello Garcia III Sanchez di Navarra.

Poi fu al fianco del re nella guerra che Sancho II fece contro i fratello Alfonso VI, re del León e García, re di Galizia, scoppiata a causa della divisione dell'eredità del padre Fernando. Alfonso venne sconfitto nella battaglia di Llantada, una piana asturiana vicina al paese di Bimenes (1068); poi trovato un accordo Sancho ed Alfonso attaccarono Garcia e lo privarono del suo regno obbligandolo ad andare in esilio a Siviglia, presso il suo tributario al-Mutamid; ripresa la lotta con Alfonso, nella battaglia di Golpejera, nelle vicinanze di Golpejas (1072), lo sconfissero, catturarono ed imprigionarono a Burgos, da dove fuggì e riparò, in esilio, nel regno moro di Toledo, suo tributario. Sancho II occupò allora il León, riunendo così nuovamente il regno che era stato di suo padre.

I nobili del León non accettarono il fatto compiuto e si strinsero attorno alle sorelle del re, sopratutto a Doña Urraca, che si fortificò nella sua signoria, la città di Zamora. Sancho II dapprima espugno la signoria di Toro, della sorella Elvira e poi pose l'assedio a Zamora il 4 marzo del 1072; durante l'assedio, pare che un nobile di León ,il zamorano Bellido Dolfos, forse amante di Urraca, fingendosi disertore, lo invitò a seguirlo per fargli vedere il punto debole delle mura, lo separò dalla sua guardia e lo assassinò, il 6 ottobre del 1072. Dopo la morte di Sancho II, il Cid ed i castigliani continuarono l'assedio di Zamora; Alfonso VI era tornato in León e dato che il fratello non aveva lasciato eredi, si prodigò a garantire che se riconosciuto re di Castiglia avrebbe trattato i nobili castigliani alla stregua dei nobili leonesi; ma il sospetto che Urraca e Alfonso fossero complici nell'assassinio di Sancho era condiviso da buona parte della nobiltà castigliana, incluso il Cid. Alla fine i maggiorenti castigliani, tra cui il Cid Campeador, dopo aver tolto l’assedio a Zamora, pretesero che Alfonso VI giurasse la sua innocenza in pubblico, sul sagrato della chiesa di Santa Gadea (dedicata a Sant'Agata) di Burgos; solo allora Alfonso VI fu riconosciuto re di Castiglia dai nobili castigliani. Così Alfonso divenne il sovrano di León e Castiglia. Essendo il Cid Alfiere Reale ed esperto nel diritto castigliano, giurò davanti al nuovo re nella Chiesa di Santa Gadea. Altre interpretazioni semplicemente considerano il doppio giuramento come un giuramento sul codice dei diritti (Fuero juzgo) della Castiglia.


Pagina del Cantar de Mio CidCon il nuovo re, l'incarico di Alfiere Reale passò a García Ordóñez, conte di Nájera. Per alcuni anni il Cid fu tenuto in gran conto alla corte di Alfonso, che infatti, nel luglio del 1074, concesse al Cid la mano di sua cugina, doña Jimena, figlia del conte di Oviedo e delle Asturie Diego Fernández e della contessa Cristina Fernández.

Nel 1079, il Cid venne incaricato dal re di riscuotere le parias (tributi) dal re di Siviglia, al-Mutamid che allora era in guerra col re del Regno di Granada alleato di García Ordóñez. Rodrigo si schierò con al-Mutamid, alleato del re Alfonso e riuscì, nella battaglia di Cabra, a battere il re di Granada e a catturare García Ordóñez. Essendo, in seguito, stato coinvolto in fatto d'armi contro il re di Toledo, alleato del regno del León; tornando a corte, fu messo in cattiva luce agli occhi del re Alfonso, da García Ordóñez e da Pedro Ansúrez, potenti nobili alla corte di León, che convinsero il re a punirlo con l'esilio (1081).

Accompagnato dai suoi fedeli (secondo la leggenda tra coloro che lo seguirono vi era anche il suo luogotenente, Álvar Fáñez, ma non fu così, perché il Fáñez, durante l'esilio del Cid fu tra i capitani dell'esercito leonese-castigliano), il Cid Campeador offrì i suoi servizi prima ai conti di Barcellona Ramón Berenguer II e Berenguer Ramón II, ma, di fronte al loro rifiuto, decise di mettersi al servizio di al-Muqtadir, re di Saragozza, che era tributario del regno di Castiglia. Nella battaglia di Almenar sconfisse Berenguer Ramón II (1082) e vicino a Morella sconfisse anche il re d'Aragona Sancho Ramírez e al-Mundir, fratello di al-Muqtadir e sovrano di Lérida, Tortosa e Denia, nel 1084.

L'invasione degli almoravidi e la conseguente sconfitta di Alfonso nella Battaglia di al-Zallaqa (1086) fecero sì che il re si riavvicinasse al suo vassallo, il quale fu incaricato di difendere la zona levantina. Tra il 1087 e il 1089 il Cid rese tributari i regni musulmani di Taifa di Albarracín e di Alpuente e impedì che la città di Valencia, governata dal re al-Qadir, alleato dei castigliani, cadesse nelle mani di al-Mundir e del conte di Barcellona Berenguer Ramón II. Nell'anno 1089 le maldicenze dei suoi nemici a corte ripresero fiato e dopo che era arrivato tardi con le sue truppe alla difesa del castello Aledo, in Murcia, nel 1090, si scontrò di nuovo con Alfonso e questi lo condannò all'esilio per la seconda volta, senza concedergli un regolare processo, dopo avergli confiscato tutti i beni e imprigionato la moglie e le figlie. Il Cid partì dopo aver liberato e preso con sé moglie e figlie.

Il Cid ritornò al servizio del re di Saragozza e sconfisse un'altra volta il re di Lerida, facendo prigioniero il suo alleato il conte di Barcellona, Berenguer Ramón II a Tévar, vicino a Murcia (1090), rimettendolo subito in libertà nacque un'amicizia sincera che portò, nel 1103, al matrimonio tra il nipote del conte, Raimondo Berengario III e la figlia di Rodrigo, Maria, ed inoltre concesse al Cid il protettorato di tutte le province musulmane a sudovest della Catalogna, praticamente i regni di Saragozza e Lerida, che continuarono ad esistere solo formalmente.

Nel frattempo al-Qadir, re di Valencia, per volere di Alfonso VI, dopo la partenza dei soldati castigliani, si era alleato al re di Saragozza, per cui il Cid si recò immediatamente a Valenza, con truppe miste, cristiane e musulmane, divenendo il protettore di al-Qadir.

Nel 1092, Rodrigo partecipò ad una spedizione castigliana contro gli Almoravidi di Andalusia, con la speranza di ottenere il perdono del re Alfonso; ma quest'ultimo non si lasciò commuovere. Il Cid allora si vendicò attaccando e saccheggiando il distretto castigliano della Rioja e e quando arrivò a Nájera, sfidò a duello il suo nemico, García Ordóñez, che non raccolse la provocazione.

Nel luglio del 1093, dopo la morte del suo protetto (al-Qadir era stato ucciso durante una sollevazione a favore degli almoravidi), assediò Valencia, e approfittando del conflitto interno tra i sostenitori e i contrari agli almoravidi, riuscì ad occuparla, e, nel 1094, a liberarla dai filo-almoravidi; la città divenne così un baluardo cristiano contro gli attacchi del sovrano degli Almoravidi, Yūsuf ibn Tāshfīn, che dopo l'eventuale conquista di Valencia avrebbe potuto attaccare la contea di Barcellona ed il regno di Aragona.

In quello stesso periodo il Cid affrontò in battaglia gli Almoravidi che subirono per opera sua, alla battaglia di Cuarte del 1094, la loro prima grande sconfitta nella penisola iberica.

Dopo essere divenuto signore di Valencia, il Cid rinforzò le difese della città e ,non solo mantenne la difensiva ma passò anche al contrattacco per migliorare le proprie posizioni strategiche; nel 1096, si alleò col nuovo re d'Aragona, Pietro I di Aragona, figlio del suo avversario di tante battaglie, Sancho Ramirez; Pietro I, dopo aver occupato Huesca, richiese l'alleanza di Rodrigo, con il proposito di fermare insieme l'avanzata almoravide; cosa che avvenne alla battaglia di Bairén, del 1097. Nel 1098, Rodrigo occupò Murviedro (l'antica Sagunto) e Almenara e rese suoi tributari i piccoli regni musulmani dei distretti vicini.

Rafforzò le alleanze militari con dei matrimoni: infatti una figlia del Cid, María, di dieci anni, nel 1190, fu promessa in sposa al futuro conte di Barcellona, che allora aveva otto anni, e l'altra sua figlia, Cristina, nel 1087, sposò il giovane Ramiro di Navarra, e da questa unione sarebbe nato il futuro re di Navarra, Garcia Ramirez IV; l'unico figlio maschio del Cid, Diego Rodríguez, nel 1097, lasciò Valencia per unirsi alle truppe castigliane, che combattevano gli Almoravidi nelle vicinanze di Toledo e morì nella battaglia di Consuegra, dove il re Alfonso venne sconfitto.

Il Cid morì nel 1099, adorato dai suoi soldati ed ammirato da tutta la Spagna, inclusi i suoi nemici che lo temevano ma lo rispettavano.

Il Cid poté rientrare in patria solo dopo morto. La moglie Jimena, dopo aver resistito per tre anni ai continui attacchi del figlio dell'emiro Yūsuf ibn Tāshfīn, ʿAlī b. Yūsuf, chiese aiuto al cugino, Alfonso VI, che, raggiunta Valencia col proprio esercito, ritenne la città indifendibile, anche perché nel frattempo gli almoravidi avevano attaccato la Castiglia e nel 1102 abbandonò la città, dopo averla data alle fiamme. Jimena ed i suoi soldati seguirono Alfonso trasportando il corpo di Rodrigo, che venne tumulato a Burgos, nella chiesa di San Pietro di Cardeña. Durante la Guerra d'indipendenza spagnola (1808-1814), i soldati francesi profanarono la sua tomba. I suoi resti furono recuperati e, nel 1842, traslati nella capella della Casa Concistoriale di Burgos. Dal 1921 riposano uniti ai resti di sua moglie, doña Jimena, nella Cattedrale di Burgos.

Il Cantar de Mio Cid [modifica]

Riproduzione della prima pagina del manoscritto del Cantar de mio Cid conservato nella Biblioteca Nacional de EspañaGrande capitano e politico sagace, le sue gesta vennero cantate nel poema Cantar de Mio Cid (XII secolo), e la sua figura acquisisce un profilo leggendario nei romanzi, incarnando le qualità ideali dell'anima castigliana.

Film [modifica]
Nel 1961 fu girato un film di 184 minuti, ispirato alla vita del Cid, una coproduzione Italo-spagnola, con un cast internazionale:

El Cid
Regia di Anthony Mann. Con Sophia Loren (Doña Jimena de Gormaz), Charlton Heston (Rodrigo Diaz de Bivar, El Cid), Raf Vallone (Il conte García Ordóñez), Nerio Bernardi, Massimo Serato, Carlo Giustini, Tullio Carminati, Paul Müller, Franco Fantasia, Geneviève Page (La principessa Urraca), Fausto Tozzi, Ralph Truman (il re di León e Castiglia Ferdinando I), John Fraser (Il principe Alfonso poi re di León ed in seguito re di León e Castiglia), Herbert Lom, Rosalba Neri, Gérard Tichy (Re Ramiro di Aragona), Michael Hordern, Gary Raymond (Il principe Sancho poi re di Castiglia), Hurd Hatfield, Douglas Wilmer, Frank Thring.

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