00 07/11/2008 19:52
TRADOTTO DALL'AMERICANO "LET US REASON MINISTRIES" -
tratto dal seguente sito in lingua inglese: www.letusreason.org/Pent3.htm



IL DONO DELLE LINGUE

Prima di tutto io non sono un “cessazionista” ; io credo che molti dei doni spirituali operano anche oggi. Non sono nemmeno un estremista però; dobbiamo essere equilibrati specie quando ci occupiamo del soprannaturale. C’è una grave spaccatura su questo argomento.
Da un lato c’è chi vede l’estremismo e l’incredulità di tanti a causa degli abusi . Dall’altro lato ci sono quelli che fanno dei doni spirituali una misura della prova che uno è spirituale. La realtà è che, alcune delle azioni e degli insegnamenti meno spirituali della gente provengono proprio da quelli che affermano di essere Pentecostali e di stare sotto l’influenza dello Spirito Santo.
Il battesimo dello Spirito avvenne per primo per quelli che stavano nell’alto solaio dove apparvero delle lingue di fuoco insieme col dono. Se si insiste sul fatto che le lingue debbono essere il segno che prova la ricezione dello Spirito , allora bisogna includere “le lingue di fuoco” per un coerente adeguamento all’intero racconto. Fin dal primo momento le lingue furono date ad una moltitudine di santi ; nello stesso momento si vide il fuoco (gloria = SHEKINAH) sulle loro teste.
Vediamo che la prima volta in cui furono usate le lingue fu alla Pentecoste. Gli apostoli avevano già parlato in lingue nell’alto solaio (Atti 2:4) ed in seguito Pietro spiegò che cosa era avvenuto. Il miracolo delle lingue fu che quelli che parlarono loro non conoscevano la lingua ma quelli che udivano li capirono nel proprio linguaggio (versi 8,11). Non c’era alcun interprete. Le lingue erano dunque conosciute ma incomprensibili per quelli che le parlavano. Parlarono in lingue conosciute del loro tempo, non di quelli antichi, non una lingua sconosciuta. Questo è l’unico esempio biblico che abbiamo di qualcosa che abbia a che fare col “parlare in lingue”.
ATTI 2 - Ci sono alcuni che affermano che non c’è scritto da nessuna parte che bisogna affermare oggi che essi PARLARONO in lingue straniere sconosciute ma che si udirono soltanto delle lingue nelle orecchie. Il testo dichiara infatti che essi parlarono in altre lingue e da pure dei dettagli per provare questo fatto.
ATTI 2:4 –Ed essi furono tutti riempiti con lo Spirito Santo ed iniziarono a parlare in altre lingue , come lo Spirito dava loro d’esprimersi. Questo significa che essi parlarono in altre lingue , non che gli altri li udirono nelle lor proprie espressioni regolari . Pietro parlò con gli undici (quando ciò avviene) e così parlarono tutti in lingue (16 o 17 di quelle elencate) ; alcuni parlarono più di una volta se ciò è limitato ai 12 apostoli (quello che è interessante è che non viene menzionato nessuno dei 16 o 17 dialetti ebraici ) .
Il verso 7 afferma:”Com’è possibile ciò se essi sono Galilei ? “ Li udivano nelle loro proprie lingue; bisogna comprendere che essi erano Galilei e non parlavano nella lingua che stavano parlando adesso, dato che non la conoscevano. “Noi li sentiamo parlare nella nostra propria lingua. Non è il dono di traduzione (come quando si ascolta) ma del parlare in lingue (interpretazione di un linguaggio sconosciuto 1 Corinti 12:10 di una lingia è un altro dono spirituale). Fu lo Spirito Santo che parlò attraverso di loro ; fu un miracolo di linguaggi parlati da chi non li conosceva , non un miracolo dell’udito. Fu l’inverso dell’effetto della torre di Babele , dove i linguaggi furono confusi cosicché non si poterono più capire l’uno con l’altro (Genesi 11). Se le lingue furono solo udite e non parlate non c’era nessuna ragione perché ci fosse una traduzione per l’assemblea.
1 Corinti 14 - Qui abbiamo le istruzioni usate per correggere la chiesa dei Corinti dall’uso improprio di questo dono. Sono tanto opportune oggi quanto lo furono allora. I linguaggi sono un dono – in Greco “Carisma” – che significa “dono della Grazia”. Se esso è “dalla grazia” non può essere guadagnato così non possiamo chiederlo , né cercarlo perché qualsiasi cosa concessa “dalla Grazia” viene data liberamente; Dio distribuisce i suoi doni come vuole (1 Corinti 12:11). Egli sceglie chi avrà un certo dono ; Egli decide quel che crede sarà meglio per noi. In quanto individui non siamo mai incoraggiati ad inseguire un dono specifico. Come assemblea dobbiamo inseguire i doni migliori che dal punto di vista di Paolo servivano ad edificare il Corpo (1 Cor. 12:31). Paolo si preoccupa proprio della motivazione di mettere in pratica correttamente il dono (nell’amore) come del dono stesso.
Non ci sono tante cose simili ad una lingua sconosciuta. La parola “sconosciuta” che appare in corsivo indica che è un’aggiunta al testo per cercare di spiegare qualcosa che il traduttore pensava fosse detta (significata). Se essa è una lingua deve essere conosciuta dato che la parola significa linguaggio ed i linguaggi esistono per comunicare. Il nostro esempio si occupa del fatto che le lingue parlate a Pentecoste furono linguaggi umani. Essi capirono quel che stavano dicendo nelle lor proprie lingue (Atti 2:5) .Non è un modo estatico di parlare che non conosce nessuno . Dio è un Dio di rivelazione e comunicazione all’uomo per rivelare (mostrare) se stesso. 1 Corinti 12 definisce questo dono dei linguaggi come un “tipo di lingue” (v. 10) e “diversità di lingue” (v. 28) . La parola “GLOSSA” in Greco significa un linguaggio usato da un popolo particolare che l’ha distinto da tutti gli altri. Il termine per “tipo” e “diversità” in Greco è YENOS e significa una razza,una stirpe, una famiglia, una nazionalità. Tutti questi punti fanno capire che si tratta di linguaggi umani. In 1 Corinti 14:1-5 Paolo usa la parola greca GLOSSA per indicare la lingua; Luca usa questa parola e la definisce ulteriormente (ancor di più) come un dialetto (Atti 1:19; Atti 2:6,8; Atti 21:40; Atti 22:2; Atti 26:14) , un termine che ad ogni modo si riferisce al linguaggio di una nazione o di una regione (confrontare Arndt, pag.184).
I Corinti 12:10 – Paolo menziona il termine GLOSSA ed in seguito parla dell’interpretazione delle lingue. Il termine greco che traduce “linguaggio” è HERMENEUO che significa “traduzione” , che dimostra che non è qualche sillaba ripetuta veloce ma emessa per far comprendere (per far capire). In 1 Corinti 14:21 Paolo cita la profezia di Isaia 28:11 . “Con le lingue e le labbra di altri uomini io parlerò a questo popolo”. Dio sta dicendo che parlerà al popolo d’Israele attraverso la lingua dell’Assiro confermando che questo è un linguaggio. Dio non elargisce un dono che sarebbe sconosciuto a chi lo usa ed agli altri che lo ascoltano. Sarebbe del tutto inutile visto che la parola di Dio serve per comunicare. Ebrei 1:1 ci dice : “Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio…”- Ci darebbe adesso Dio , dopo averci dato una tale rivelazione di se stesso per mezzo della Sua Parola, qualcosa di sconosciuto ad uso del suo popolo ?
1 Corinti 12:10 :” a un altro diversità di lingue, a un altro l'interpretazione delle lingue”. Che è la capacità di parlare varie lingue che uno non conosce.
Paolo sostiene secondo il seguente passo di 1 Corinti 14:1-19 (versetto 2) :”chi parla in lingue non parla all’uomo ma a Dio” (versi 4 e 5) . Paolo dimostra l’inferiorità delle lingue e dimostra che le lingue non edificano il corpo ma se stessi, fino a quando non vengono interpretate (verso 6). Paolo dice che esse sono inutili per gli altri; che pure se si parla in lingue non ne approfitta nessuno, ed è meglio dunque avere una rivelazione od un insegnamento (versi 7 ed 8). Paolo dimostra che di per se stesso , il dono dei linguaggi è inintellegibile per gli ascoltatori così esso beneficia solo quelli che lo comprendono. (verso 9) Paolo spiega lo scopo delle lingue e delle profezie (versi 10 ed 11) . Paolo dettaglia le procedure per l’esercizio delle lingue ed altri doni simili dello Spirito ; se si cerca dunque il dono la procedura deve svolgersi in un certo modo (v.12) ed a beneficio degli altri, non di se stesso.
In 1 Corinti 13:1-3 Paolo dice:”Quand’anche parlassi…..” – noi troviamo qui l’espressione “ le lingue degli uomini e degli angeli “. Quest’espressione appare all’interno del tema più grande (principale) dell’amore . Paolo dice:” Quand'anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo.” Le lingue degli uomini sono note come “linguaggi” (come in Atti 2) . Paolo fa un contrasto tra l’abilità nel parlare in lingue e le sue motivazioni. Egli non s’aspetta che i Corinti parlino in una lingua angelica più di quanto possano bruciare i loro corpi. E’ un discorso figurato nel quale si usa qualcosa che nessuno conosce ancora. Parla qualcuno in una lingua angelica ? Quale en sarebbe lo scopo ? Egli dimostra la necessità d’aver capito la parola parlata. Quando gli angeli sono venuti sulla terra hanno comunicato con gli uomini nelle loro lingue (con linguaggio dell’uomo). Non troviamo alcun riferimento al “parlare degli angeli” in qualsiasi parte della Bibbia ? Dobbiamo dire che , in apparenza c’è un linguaggio angelico visto che gli angeli comunicano e probabilmente lo fanno in un modo superiore. Così, se una persona ha la capacità di parlare in un linguaggio angelico non ci sarebbe alcun modo per provare ciò visto che non è un linguaggio conosciuto tra gli uomini. Paolo chiarisce questo in 1 Corinti 14:10 dicendo che esso è linguaggio di uomini.
C’è la possibilità che Paolo si riferisca a quello che spiega in seguito in 2 Corinti 12:4 quando egli fu “rapito in Paradiso , e udì parole impronunciabili che non è possibile far comprendere ad un uomo “ . Questo puro linguaggio degli angeli nel cielo può darsi che egli l’ebbe nella mente. Il linguaggio che gli è stato permesso di udire, e che nessun uomo può parlare.
Il dono delle lingue del Nuovo Testamento si dice sia un segno per i non credenti (1 Corinti 14:22). Per la Pentecoste, in effetti , funzionò così, come segno per i Giudei non credenti. Lo scopo dei linguaggi parlati alla folla fu per servire gli altri (1 Corinti 12:1-30, 1 Pietro 4:10), non fu per il beneficio di chi parlava come si usa fare oggi.
Le lingue è il dono più basso (più inferiore) tra quelli più nobili elencati nella chiesa. In 1 Corinti 12 è l’ultimo nella lista ma è anche quello da usare con più attenzione. Paolo disse che la profezia fosse il dono più grande (1 Corinti 14:5) . Se c’è un dono da desiderare al di sopra di qualsiasi altro quello dovrebbe essere quello di profetizzare. Perché ? Perché esso edifica la Chiesa. Paolo dice “non tutti parlano in lingue”. Se essi cercavano le lingue come proprio dono spirituale o per mettere in evidenza d’essere salvati potevano cercare un dono che Dio non gli voleva dare per evitare che si potessero esporre a false esperienze. E’ troppo facile mimare altri che usano manifestare questo dono fragoroso regolarmente. Se le lingue sono un segno per i non credenti , per quelli del mondo, come Paolo afferma chiaramente, com’è possibile dunque che si usi come un test di salvezza o di spiritualità (come nel battesimo di Spirito Santo) per quelli dentro la chiesa ? La Bibbia non da mai questo significato a questo dono così com’è divenuto nella tradizione Pentecostale e che bisogna correggere. Ed il modo in cui viene usato oggi (cioè come test di spiritualità) è l’ultima cosa che volesse dire l’apostolo quando ragionava su questa cosa. Perché usarlo in questo modo non significa avere quell’amore senza il quale esso diviene inutile.
Gesù non parlò mai in lingue ed Egli lo menzionò solo una volta. Giovanni il Battista era ripieno di spirito fin dal ventre di sua madre (Luca 1:15) ma la Scrittura non dice mai che parlò in un'altra lingua. Sebbene il ministerio di Giovanni fosse prima della Pentecoste , egli per esempio dimostrò che si poteva essere riempiti con lo Spirito e non avere questo dono spirituale.

Che cosa dire delle preghiere in lingue ? tutti i credenti hanno lo stesso , uguale accesso a Dio, attraverso il Suo Spirito. Tutti i credenti vengono aiutati dallo Spirito in preghiera . L’unica lingua che troviamo sia un altro genere di linguaggio nelle Scritture a parte il linguaggio umano è quella dello Spirito Santo – descritta in Romani 8:26, quando Egli comunica le nostre necessità al Padre – è con interiori sospiri che sono ineffabili e non possono essere proferiti (parlati) Romani 8:26-27 . Lo Spirito Santo ci aiuta con i nostri problemi quotidiani e durante la preghiera visto che non sappiamo nemmeno quello per cui dovremmo pregare , né come pregare o dovremmo farlo; ma lo Spirito Santo prega per noi con quel sentimento che non può essere espresso a parole. Il padre che conosce i cuori sa tutto , naturalmente, che lo Spirito sta dicendo e che supplica per noi in armonia con la stessa volontà di Dio ...
(segue)
Mario961


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