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francesi sull' Afghanistan Colpe italiane nella strage
Repubblica — 29 agosto 2008 pagina 21 sezione: POLITICA ESTERA

PARIGI - I francesi stanno ancora cercando di capire come si è potuti arrivare alla débacle che ha portato alla morte di dieci soldati in Afghanistan, la peggiore strage militare da 25 anni. Le responsabilità della strage del 18 agosto rimangono in parte misteriose. Il ministero della Difesa si è limitato a smentire le ipotesi più fantasiose, come la cattura di alcuni uomini che sarebbero poi stati giustiziati. Ma nelle ultime ricostruzioni, viene citato anche il ruolo giocato nella regione dall' Italia, che fino al 6 agosto era al comando del fortino di Surobi, cinquanta chilometri da Kabul. «Gli italiani avevano di fatto garantito un' ampia libertà di movimento ai gruppi locali» ha scritto ieri Le Point. Secondo il settimanale francese, il nostro contingente non aveva più condotto pattugliamenti nella valle per circa 6 mesi, dopo l' uccisione del maresciallo Giovanni Pezzulo da parte dei Taliban. «La zona è rimasta allora vergine - spiega l' esperto militare del giornale, Jean Guisnel - senza alcuna presenza di soldati stranieri fino all' 8 agosto». Ovvero quando il generale francese Michel Sollsteiner ha assunto il comando, decidendo di riprendere il controllo dell' area. «Per questo i francesi sono entrati nel mirino. I Taliban - conclude Le Point - hanno fatto capire che vogliono conservare la stessa libertà di movimento in una zona per loro strategica». Da Roma, le forze armate raffreddano la polemica e replicano che la missione italiana ha controllato bene la zona, sequestrando armi, ordigni e droga, ma sempre mantenendo il dialogo con la popolazione afgana. E ieri, a smentire le accuse di inerzia degli italiani, è stato diffuso anche un video che mostra i nostri soldati impegnati in una ricognizione nel Sud dell' Afghanistan, fuori dalle zone di competenza. Era stato lo stesso ministro della Difesa, Hervé Morin, a giustificare l' incursione francese nella valle dell' Uzbeen come «un lavoro che qualcuno doveva fare», incolpando in modo indiretto i predecessori al comando di Surobi. Accuse all' Italia erano apparse già all' indomani della strage nel blog Secret Défense del giornalista di Libération, Jean-Dominique Merchet. «Dopo la perdita di un uomo a febbraio - scriveva - gli italiani hanno deciso di non uscire più dalla caserma e hanno trattato per la pace». La stessa tesi è stata riportata ieri nel Nouvel Observateur. Ma nessun commento ufficiale arriva dal ministero della Difesa. «Non siamo noi a dover controllare l' operato dell' Italia in Afghanistan, è la Nato», spiega un portavoce. Poi aggiunge: «Quello che gli italiani hanno o non hanno fatto a Surobi è agli atti dell' Isaf. Chi vuole veramente sapere, può verificare». - ANAIS GINORI


Mario961


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